Poseidon, scuotitor del mondo, ascolta
il lieve suon del peplo che ti cinge
come un’idea al mattino, come Sfinge
di sogni, come selva di ombre folta.
Vedo che sei stanca, pallida, bianche
linee mosse sul peplo, pii scalpelli
condusse amore; le tue membra stanche,
pallida, sangue non v’è: è nei capelli.
Oh occhi screziati, l’arpa su di un muro
si stende come nei sogni tuoi cadi;
fra le memorie un recar fuori oscuro:
spettri, fantasmi, d’intorno agli armadi.
Viola! vestita di viola, illusione,
non lasciar, non lasciarmi solo, questa
notte, senza memorie, un’abrasione
compiuta dall'obblïo; spettri in festa.
di Giancarlo Petrella,
tratto da "La Morte del Tempo - Art Nouveau”
Proprietà letteraria riservata©
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